TECNICA E STRATEGIA

Quando si parla di “persona scomparsa” si ci riferisce a un soggetto allontanatosi dal proprio domicilio e di cui si ignora l’attuale posizione e lo status in vita o meno. L’attività di ricerca delle persone scomparse è difficile e complessa. Il fattore tempo è fondamentale così come sono fondamentali le indagini delle Forze dell’Ordine (carabinieri e polizia).

La ricerca persone scomparse NON è un’attività di Protezione Civile anche se alcune associazioni dispongono di unità cinofile e collaborano con le autorità locali in caso di scomparsa. Le associazioni OdV che collaborano a vario titolo durante le fasi di ricerca entrano in gioco dal momento che la Prefettura riceve la richiesta dalle autorità che stanno gestendo le attività sul posto. E’ necessario mettere in campo diverse risorse nel più breve tempo possibile per cercare di trovare la persona che si è allontanata possibilmente viva. Non basta la buona volontà per cercare una persona ma è necessaria la tecnica, la conoscenza, la competenza, la coordinazione con gli altri volontari professionisti che collaborano. Le informazioni da raccogliere, la pianificazione e la strategia, sono fondamentali.

Geolocalizzazione ed analisi territoriale (cosiddetta spatial analysis) sono fondamentali per poter estrapolare informazioni sugli spostamenti del disperso. A tal proposito l’approccio noto come geographic profiling è molto utile per avere una traccia geo referenziata su mappa non solo del luogo della scomparsa ma anche di tutti gli avvistamenti (di persone, telecamere, ecc.), di tutti i possibili luoghi che la persona dispersa solitamente frequentava ed eventualmente dei luoghi che potrebbero essere utiliz zati per nascondersi. Tale approccio permette di creare modelli predittivi, con una buona approssimazione, degli spostamenti futuri o comunque ridurre l’areale di ricerca. In casi in cui i risvolti delle indagini portano a pensare alla morte e possibile occultamento del cadavere della persona scomparsa, tali metodi prevedono un’analisi territoriale mediante telerilevamento, ovvero utilizzando immagini satellitari, da aereo o drone per poter non solo analizzare il territorio della scomparsa da remoto ma anche poter evidenziare tramite immagini a cronologia differente (ovvero prima e dopo la scomparsa) eventuali cambiamenti del territorio mediante una serie di filtri multi spettrali come l’infrarosso, l’NDVI (l’indice di crescita della vegetazione), l’NDWI (l’indice di variazione dei bacini idrici) o il LiDAR in aree boschive. Queste preliminari analisi eseguite al computer sono necessarie per prepararsi a recarsi in loco e permettono un notevole restringimento del campo di ricerca favorendo un’investigazione autoptica dei luoghi più precisa e focalizzata. Tale ricognizione può aiutare nella creazione di un’ulteriore mappa che aiuta a ridurre ancora di più la ricerca sul campo. Tale mappa è la cosiddetta map RAG map ( Red Amber Green ) o mappa a semaforo in cui si evidenziano i settori in cui è molto, mediamente e poco probabile la presenza di un occultamento di un eventuale cadavere. Nelle ristrette zone dedotte dalle suddette analisi, è possibile effettuare un ulteriore controllo mediante indagini geofisiche (nella fattispecie mediante georadar) che in maniera del tutto non invasiva e ripetibile permette di avere un’interpretazione abbastanza accurata del sottosuolo. Alla luce dei risultati di tutte le metodologie impiegate ed illustrate finora, in maniera assolutamente non distruttiva/invasiva, si può avere un’area molto circoscritta di ricerca con un’alta probabilità di individuare il target investigativo. A questo punto solo uno scavo stratigrafico/scientifico (che segue le procedure archeologiche) e non arbitrario (a ruspa o con mezzi impropri) permette di collezionare tutte le evidenze necessarie per ricostruire propri am ente la scena del crimine ed ‘utilizzo , una cronologia relativa traendone le dovute considerazioni. L quindi, eventualmente, avere di tecniche che vanno dalla macroscala alla microscala, identificando tutte le peculiarità e le informazioni utili alla ricerca, riducendo l’uso delle risorse umane, la possibilità di limitare i tempi di intervento e la capacità di operare in condizioni difficili e / o di pericolo per le squadre di soccorso sono alla portata economica di tutti oggigiorno. Una semplice piattaforma GIS (Geographic Information System) può tranquillamente raccogliere tutte queste informazioni ed elaborare modelli predittivi non solo in caso di persone scomparse ma anche per altri reati (come furti, rapine, violenze, etc.), evidenziando le aree a maggior rischio così come avviene già in molti paesi come i Paesi Bassi grazie all’NFI. L’identificazione dei modelli di comportamento spaziale è estremamente importante in quanto le informazioni possono essere utilizzate dalle forze di polizia per individuare le probabili aree di ricerca. Ciò aiuterà a raggiungere le persone scomparse prima che subiscano danni fisici e si risparmieranno preziose risorse di polizia, tempo e denaro. Pertanto, è auspicabile compiere degli sforzi per raccogliere e registrare questo tipo di informazioni con la massima accuratezza possibile. (Prof. Pier Matteo Barone)

Trattare di persone scomparse non è facile: dietro ad ogni scomparsa c’è una storia, spesso di sofferenza e di abbandono, di disagio sociale o di fragilità.
Sarà quindi compito fondamentale di colui che vuole occuparsi di ricerca di persone scomparse, impegnarsi a favore del vero protagonista, vale a dire chi deve essere ricercato.
Ricercare persone scomparse obbliga ad una continua formazione scientifica posta al servizio della collettività perché per dare aiuto ai familiari ed alla persona scomparsa serve senz’altro, la conoscenza; il sapere.
Chiunque decida di fornire il proprio contributo in questo ambito deve essere preparato: deve sapere quali norme lo regolano, come si svolgono le ricerche, quali sono le cose da fare e quelle da evitare. Deve pertanto avere un background scientifico di formazione accademica in ambito forense.
Secondo requisito essenziale ai fini della ricerca di persone scomparse sono le esperienze specifiche nel settore, che possono essere effettuate solo previa formazione ad hoc: sarebbe necessario avere, quindi, una sorta di “pedigree”.
E non si offendano i professionisti dall’utilizzo di questo termine, forse sarebbe piaciuto di più “curriculum”, ma in realtà – oltre al richiamo neppure tanto velato alle unità cinofile – tra l’esperienza (tipica del curriculum) e la naturale predisposizione all’aiuto del prossimo, c’è una bella differenza.
Volendo concludere queste brevi osservazioni sull’approccio al fenomeno, certamente non si può tacere come per fare la differenza in materia di scomparsa di persone è necessario saper guidare i familiari affinché vengano nell’immediatezza adottati tutti gli accorgimenti necessari a ritrovare una persona, in costante sinergia con le Istituzioni.
L’esperto di scomparsa, quindi, deve sapere come si differenziano i cani, che percorso formativo fanno, da chi è certificato ed a che livello.
L’esperto deve sapere che differenza c’è tra la geolocalizzazione e il profilo geografico e deve sapere chi è qualificato a farlo.
E ancora, l’esperto deve sapere come e quando profilare gli ambiti sociali in cui si è sviluppata la scomparsa o come effettuare interviste ai testimoni senza distorcerne i ricordi e deve anche essere in grado di veicolare le informazioni agli organi di stampa in modo che in primo piano sia sempre il soggetto da ricercare.
A pensarla diversamente il rischio è che il numero delle persone ancora da ritrovare sia destinato ad aumentare. Ad oggi nel nostro paese le persone ancora da ritrovare sono 61.826. (Avv. Silvia Mesturini, Criminologo)

Abbiamo a disposizione su territorio italiano unità cinofile per la ricerca in superficie su pista (cani “molecolari”), ricerca a scovo, regolarmente formate e brevettate da professionisti con minimo 30 anni di esperienza di operatività.

Abbiamo unità cinofile specializzate nella ricerca resti umani in superficie, sepolti e tracce ematiche, regolarmente formate che rispondono ai parametri qualitativi della polizia inglese.

Fanno parte del nostro team geologi, antropologi, piloti droni in area critica (ENAC).

TEAM SPECIALIZZATI IN DIVERSE SITUAZIONI PER PORTARE RISULTATI

Chi sono i formatori nazionali delle unità cinofile:

Mick Swindells (ricerca cadaveri superficie, sepolti e tracce ematiche IN ESCLUSIVA):
• Lancashire Constabulary 1975-2005 in pensione al grado di ispettore. • Sezione cinofila dal 1979 al 1994. Cani addestrati per il rilevamento di esplosivi, droghe e cadavere. • Qualificato come istruttore di cani poliziotto del Ministero degli Interni nel 1992 • Premio Lord Cozens Hardy Travel Fellowship per la ricerca sui cani da rilevamento di cadavere negli Stati Uniti· 1994 • Premio per la ricerca del Ministero degli Interni per l’individuazione di corpi sommersi usando i cani – 1996 • Membro fondatore del Forensic Search Adv isory Group (FSAG) -1992 • Premiato City and Guilds (Exeter University) per la gestione delle operazioni di ricerca sul territorio.

Federico Lazzaro (coordinatore, Istruttore Mantraling e superficie):
• Esperto delle procedure operative delle Forze dell’Ordine, dell’Autorità Giudiziaria e Medico/legale; • Esperto nella ricerca e soccorso mediante impiego di velivoli in assetto SAR – Search & Rescue; • Esperto nella ricerca e soccorso sia in ambiente impervio ed ostile che in ambiente metropolitano altamente antropizzato.

Un cuore che cerca sente bene cosa gli manca; ma un cuore che ha perduto sa di cosa è stato privato.

GOETHE

La più terribile delle sensazioni è la sensazione di aver perso la speranza.

FEDERICO GARCIA LORCA

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